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LARRY YUMA 5 – ARIZONA EXPRESS

di Claudio Nizzi e Carlo Boscarato
Il treno e la ferrovia rappresentano uno dei temi più epici della mitologia western. Decine di film hanno narrato la faticosa posa dei binari attraverso migliaia di chilometri di territorio selvaggio, nelle condizioni climatiche più estreme, sotto l’incombente pericolo dei pellerossa che si battevano contro l’avanzare del “cavallo di ferro” attraverso le loro terre ancora incontaminate. Il fischio della locomotiva può rappresentare, come ne L’uomo che uccise Liberty Valance di John Ford, il simbolo del progresso e della civiltà o preannunciare una minaccia in arrivo, come in Mezzogiorno di fuoco di Fred Zinnemann. Quando la ferroviatrascontinentale è ormai una realtà consolidata e il pericolo di attacchi indiani diventa più remoto, a rendere insicuro il viaggio per ferrovia è l’assalto delle bande di fuorilegge, come quella del famoso Jesse James, ben decise ad alleggerire le tasche dei passeggeri e a mettere le grinfie sulle cassette di dollari che viaggiano nei vigilatissimi vagoni postali.
Così sono sufficienti il titolo di questo volume, Arizona Express, e la suggestiva copertina di Carlo Boscarato, con Larry Yuma in sella al cavallo rampante mentre un treno passa sullo sfondo, per preannunciare una grande avventura. All’origine di Arizona Express, che apparve sul Giornalino nel 1984, c’era il desiderio di Claudio Nizzi di tornare a scrivere una vicenda più lunga e complessa dopo un periodo di otto anni in cui aveva scritto solo storie di 10-12 tavole, una scelta imposta dalla direzione del Giornalino che aveva voluto allineare la propria politica editoriale alla moda del tempo, quando le riviste a fumetti allora più vendute (Intrepido, Monello, Lanciostory, Scorpio) pubblicavano solo storie complete. Il desiderio di Nizzi era reso più acuto dal fatto che, ormai da qualche anno, scriveva le storie di Tex per la Sergio Bonelli Editore e si era abituato a dipanare avventure di 200 o 300 pagine.
Con 48 tavole a disposizione Nizzi può imbastire una storia ricca di tutti le più tipiche  del western, dagli apache ai trafficanti d’armi, dall’assalto al treno alla forzata convivenza di un gruppo eterogeneo in pericolo (come nel classico Ombre rosse di Ford), il tutto condito con un pizzico di giallo e sorpresa finale. Abbiamo affidato a Paolo Vecchi, già professore presso l’Università di Parma di Storia e critica del cinema, il compito di rievocare temi e suggestioni offerti dalla presenza del treno nel cinema western. Sarà l’occasione per ricordare titoli e immagini mitiche che tanto hanno influenzato anche il fumetto italiano. All’origine di Arizona Express, che appare sul Giornalino nel 1984, c’è il desiderio di Claudio Nizzi di tornare a scrivere una vicenda più lunga e complessa dopo un periodo di otto anni in cui ha scritto solo storie di 10-12 tavole, una scelta imposta dalla direzione del Giornalino che ha voluto allineare la propria politica editoriale alla moda del tempo, quando le riviste a fumetti allora più vendute (Intrepido, Monello, Lanciostory, Scorpio) pubblicavano solo storie complete. Desiderio reso più acuto dal fatto che Nizzi, ormai da qualche anno, scrive le storie di Tex per la Sergio Bonelli Editore e si è abituato a dipanare avventure di 200 o 300 pagine. Con 48 tavole a disposizione Nizzi puà imbastire una storia ricca di tutte le più tipiche tematiche del western, dagli apache ai trafficanti d’armi, dall’assalto al treno alla forzata convivenza di un gruppo eterogeneo in pericolo (come nel classico Ombre rosse di Ford), il tutto condito con un pizzico di giallo e sorpresa finale. Le storie brevi di Larry Yuma non sono comunque meno godibili di quelle lunghe, perché i tempi delle avventure di Larry sono sempre serratissimi ed è l’economia narrativa a farla da padrona, così come nel caso dei dialoghi essenziali. Infatti, nonostante il vincolo di pagine precluda molte opportunità narrative, la solida professionalità di Nizzi dà vita a racconti sempre diversi, ricchi di personaggi e di trovate. Da una storia “fluviale” come Il settimo marinaio si passa a una di sapore dickensiano come La vita è dura, ragazzo; da una vicenda piena di stratagemmi come Astuzia per astuzia a una drammatica e crepuscolare come Il villaggio dell’esilio. Nella storia Un terribile sospetto, il figlio di un prestigiatore itinerante è tormentato dal dubbio che il padre abbia commesso un assassinio, mentre in Bagliori di rivolta il vecchio capo Sarapho, a differenza del giovane e scalpitante Naiche, ha combattuto per anni i bianchi e sa che contro di loro la guerra non può essere vinta. Come sempre in Larry Yuma, abbiamo tutta una galleria di personaggi perfettamente caratterizzati, che sono la forza della serie e spesso superano gli stereotipi del genere. Ad esempio, il vecchio e simpatico cercatore d’oro de Il cacciatore di chimere, ha poco da spartire con i burberi vecchietti dal cuore d’oro interpretati in tanti western da Walter Brennan o Arthur Hunnicutt, ma ricorda piuttosto certi personaggi della commedia all’italiana o del teatro di Eduardo, che si lasciano fuorviare dal miraggio della ricchezza.
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